Fin dagli inizi, GEA ha intrapreso un cammino volto a favorire una sinergia tra sistema cooperativo A, relativo ai servizi assistenziali, e sistema B, servizi non assistenziali a finalità sociale, favorendo l’inclusione sociale degli utenti che divengono progressivamente attori, in un circuito virtuoso che restituisce valore alle comunità e ai territori, facendo leva sulle capacità residue delle fasce deboli e sulla funzione riabilitativa.
La cooperativa vanta oggi una realtà composita soci, dipendenti e collaboratori, a cui si aggiungono i volontari del Servizio Civile Nazionale e i giovani che rientrano nel programma Garanzia Giovani. In particolare, GEA è una cooperativa al femminile, in cui la presenza delle donne in funzioni direttive e di coordinamento dei servizi rappresenta un fattore chiave per la crescita.
sono presenti diverse professionalità, con esperienza pluriennale
- Addetti al trasporto pasti
- Addetti alla preparazione dei pasti
- Addetti alla sorveglianza
- Addetti alle pulizie
- Animatori sociali
- Architetti
- Assistenti di base
- Assistenti scolastici
- Assistenti sociali
- Autisti
- Commercialisti
- Consulenti del Lavoro
- Cuochi
- Educatori professionali
- Legali
- Fisioterapisti
- Formatori
- Geriatri
- Infermieri professionali
- Operatori per l'infanzia
- Operatori socio-assistenziali
- Formatori
- Operatori socio-sanitari
- Psicologi
- Psicopedagogisti
- Sociologi
- Terapisti della riabilitazione psichiatrica
- Mediatori Familiari
ha capitalizzato l'innata spinta propulsiva verso l'innovazione gestionale, realizzando una svolta digitale in molteplici aree e funzioni aziendali: dall'amministrazione alla logistica, dal layout degli spazi alla gestione integrata dei sistemi di qualità e sicurezza; dalla ridefinizione delle sedi, dei ruoli e delle funzioni, all'applicazione di nuovi sistemi per la gestione aziendale.
implementano processi di Total Quality, in una logica di lean management, che favorisce anno dopo anno lo sviluppo fisiologico e la crescita dimensionale di GEA. Un avanzamento favorito da un management illuminato, che sa fare della leadership partecipata il fulcro della responsabilizzazione delle funzioni, in una prospettiva learning by doing, improntata al principio secondo cui fare bene le cose giuste conta più del mero fare le cose, e perfino di farle bene.